Villa Turrini - Rossi ora Nicolay

Cenni storici - A cura di Fabio Bertusi
Nella seconda metà del Cinquecento i fratelli Giacomo Filippo e Antonio Maria Turrini, trasferitisi a Bologna, esercitando il commercio della seta e prestando denaro come banchieri, riuscirono ad accumulare ingenti ricchezze che progressivamente investirono in terreni ed immobili, come ad esempio nelle loro abitazioni in città, in una cappella in S. Domenico, eletta a tomba di famiglia, e nella trasformazione della modesta casa paterna di Calcara in un palazzo signorile. Col tempo le fortune di questa famiglia continuarono ad accrescersi, compiendo un vero e proprio salto di quantità e qualità, quando nei primi decenni del settecento per successione ereditaria i Turrini divennero i titolari del patrimonio dei Rossi (quelli del palazzo di Pontecchio) e quando dopo la metà di questo secolo un loro esponente, Francesco, entrò a far parte del senato cittadino.
Così verso gli anni settanta di quel secolo il vecchio palazzo di campagna non parve più una dimora adeguata ad una famiglia patrizia e si decise di trasformarlo sostanzialmente secondo i dettami dello stile architettonico in voga al momento. Tuttavia la costruzione originaria, che aveva ad occidente una piccola ala, non subì alcun radicale stravolgimento: solo si cercò di simmetrizarne il volume con l’aggiunta di un’altra ala ad oriente, lasciando che gli ambienti originari continuassero ad imperniarsi sulle logge passanti dei diversi piani; quindi sulla vecchia facciata, come una quinta teatrale, se ne sovrappose una nuova coi caratteri classicheggianti allora di moda. Naturalmente si dovettero aggiornare anche le decorazioni degli interni, tutt’ora ben conservate almeno per quanto riguarda le logge del piano terreno e del primo piano. In quest’ultima le pitture vorrebbero suggerire l’impressione di trovarsi in un padiglione coperto da tendaggi e collocato su una terrazza, tutta aperta ai lati, dalla quale godere della vista del paesaggio attorno, così come rappresentato dalle scene agresti sulle pareti. Nella loggia da basso, invece, i dipinti, probabilmente un pò più antichi, raffigurano personaggi ad episodi della guerra di successione spagnola (1701-1714), nella quale uno dei Turrini, Angelo Maria, si trovò a militare nell’esercito di Luigi XIV.