Villa Pedrazzi e Oratorio di San Francesco

Cenni storici
In questo luogo suggestivo di poco fuori dal centro abitato di Crespellano, dove i rumori si placano nelle linee dolci della campagna e dove la tradizione vuole che lo stesso San Francesco abbia predicato, sorge uno dei più antichi edifici di culto dedicati al Santo di Assisi. Ad esso fa riferimento una nota del Messale Rosso già nel 1232.
Se si pensa che a queste date (1232) San Francesco era morto da soli sei anni, che ad Assisi era da pochi anni iniziata la costruzione della basilica e che ancora doveva essere edificata la grande chiesa bolognese dedicata al Santo (dal 1236), si comprenderà meglio la precocità del piccolo, prezioso oratorio di Crespellano, un’architettura dalle sobrie linee romaniche, con facciata a capanna, aperta dal portale ogivale e da un piccolo rosone e decorata da una teoria di archetti ciechi che percorre la sommità della facciata e il fianco destro dell’edificio.
Adiacente all’oratorio si trova una struttura adibita originariamente a convento e successivamente trasformata in villa di campagna.
In seguito alle spoliazioni napoleoniche, infatti, la proprietà, che apparteneva ai Frati Minori Francescani, fu acquistata dalla famiglia Garagnani, che procedette alla trasformazione dell’originaria sede conventuale in villa e mantenne l’oratorio aperto alla devozione dei crespellanesi .
Alla fine dell’Ottocento la proprietà fu acquistata dalla famiglia Pedrazzi, mentre ora, in seguito all’estinzione della stessa famiglia, appartiene alle Suore Minime dell’Addolorata di Bologna.